Attività svolte
Attività della Associazione
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- Gruppi di auto aiuto ed orientamento per GENITORI DI RAGAZZI TOSSICODIPENDENTI
Condotti da Giovanni T. e Giancarlo
- Gruppi di auto aiuto ed orientamento per GENITORI DI RAGAZZI TOSSICODIPENDENTI
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- Gruppi di auto aiuto per la prevenzione ed orientamento GENITORI OGGI
Condotti da Paolo e Giovanni B.
- Gruppi di auto aiuto per la prevenzione ed orientamento GENITORI OGGI
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- Gruppi di orientamento per adolescenti da 14/19 anni CAVALIERI DI SAN VALENTINO
Condotti da Gioele e Giovanni B.
- Gruppi di orientamento per adolescenti da 14/19 anni CAVALIERI DI SAN VALENTINO
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- Gruppi di orientamento e recupero per ragazzi da 20 anni in poi PRINCIPI DI SAN VALENTINO
Condotti da Gioele e Giovanni B.
- Gruppi di orientamento e recupero per ragazzi da 20 anni in poi PRINCIPI DI SAN VALENTINO
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- Gruppi di auto aiuto ESPIRANDO L’ANSIA
Condotti da Alessandro
- Gruppi di auto aiuto ESPIRANDO L’ANSIA
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- Gruppi per problematiche importanti PSICODRAMMA MORENIANO
Condotto da Giovanni B.
- Gruppi per problematiche importanti PSICODRAMMA MORENIANO
Per informazioni e appuntamenti:
cell. Ass. 3804741443
fisso 055 941791
mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Dettagli
- Prevenire è meglio che curare o... soffrire
- Libera il Cavaliere che c'è in te
- L'ascolto ed il confronto nel lavoro di gruppo per educare i figli
- Prevenire e recuperare: chi sono questi ragazzi da recuperare? Perché sono da recuperare?
- Un saluto da Valentina: 21 dicembre in Associazione
- Mosaico della prevenzione: capire cosa cambia nello scenario attuale
- Adolescenza svenduta (di Vittorino Andreoli)
- Incontro con il prof. Masini: impressioni
- Un'esperienza d'intervento: I.T.T. di San Giovanni Valdarno
- Famiglia e comunità: realtà e risorse del vivere quotidiano
Famiglia e comunità: realtà e risorse del vivere quotidiano
Questo è stato il titolo del bellissimo convegno che il Comune di Montevarchi e la Provincia di Arezzo, con la collaborazione della Conferenza dei Sindaci del Valdarno e della Delegazione Provinciale CESVOT di Arezzo, hanno organizzato a Montevarchi presso il Complesso della Filanda, loc.
La Ginestra, il 23 e 24 Marzo. Sono state presentate varie relazioni che spaziavano dalla famiglia ed il suo ruolo nella società moderna, ai tempi della città e della famiglia, affido e sostegno alla genitorialità ed, infine, famiglia e territorio con l’esperienza degli Oratori nella rete dei servizi.
In seguito io e Cecilia Navarrini abbiamo partecipato a due tavoli di lavoro tematici: uno relativo a “affido e sostegno alla genitorialità”, l’altro a “i tempi della città e della famiglia”.
È stata un’esperienza veramente interessante, ricca di confronti ed informazioni…quante cose sono attive nella nostra zona senza che se ne sappia nulla!!
Al gruppo sull’affido e il sostegno alla genitorialità hanno partecipato persone dei servizi territoriali e volontari delle Associazioni più diverse, quali Associazione Ostralisco, Associazione Famiglia Aperta, Associazione Nazionale Famiglie Numerose, Associazione La Crisalide, ecc. Ogni partecipante ha portato i propri progetti, obiettivi, speranze e paure, reclamando la necessità di creare un centro affidi, un punto informativo che faccia da raccordo tra le realtà esistenti, le risorse territoriali e le varie associazioni, per promuovere sempre di più progetti di sensibilizzazione nel nostro territorio. Per comprendere l’importanza che tali due giornate hanno rivestito per tutto il Valdarno si pensi che erano presenti personalità illustri quali il Ministro delle Politiche per la Famiglia Rosy Bindi, l’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Toscana Gianni Salvadori, l’Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Arezzo Mirella Ricci e l’Assessore alla Formazione, Lavoro, Pari Opportunità della Provincia di Arezzo Alessandra Dori.
Come volontaria dell’Associazione Valdarnese di Solidarietà ho parlato del nostro corso di prevenzione sulle problematiche giovanili per genitori con figli in età adolescenziale “NOI ADULTI ACCANTO AI GIOVANI” che da anni l’Associazione promuove nelle diverse zone del territorio facendo presente che il corso, il quale viene continuamente richiesto dalle scuole, dalle Parrocchie, dai singoli o gruppi di famiglie, si compone di sette incontri serali suddivisi in base a tre argomenti principali: la coppia e le sue risorse (comunicare e trasmettere valori), i giovani con i loro problemi (crescita ed autonomia), disagio e devianza (prevenire e recuperare). Ogni argomento è prima affrontato con un lavoro in piccoli gruppi dove i genitori sono facilitati da un conduttore e da una scheda mirata sull’argomento. In seguito sono previsti incontri con esperti qualificati sugli argomenti discussi.
L’Associazione fornisce poi gli atti del corso e gli attestati di partecipazione. In questo periodo stiamo svolgendo un corso a Cascia di Reggello ed uno a San Giovanni Valdarno, il 1° si concluderà il 13 Aprile, il 2° il 3 Maggio. È in programmazione anche un corso a Pian di Scò.
Chi altro ti offre l’opportunità di uscire di casa e trovare uno spazio in cui confrontarsi sugli stessi problemi e condividere le stesse paure riguardo a quello che di più prezioso ognuno ha? Figli, famiglie, relazioni…troppo spesso si sente dire che non ci sono più valori, non ci sono più basi e rispetto, che ognuno fa il suo e si parla di tante singolarità che ogni tanto viaggiando nelle proprie orbite private si incontrano passando...
Ritrovare la dimensione della famiglia, la gioia della condivisione, la ricchezza del confronto e l’autenticità dei rapporti…non sono cose impossibili o, peggio ancora, utopistiche…ci vuole impegno e volontà e una grande Associazione che offra l’occasione giusta da cui partire…
Per il vostro impegno, per il vostro calore, per la vostra accoglienza, per la vostra passione… Grazie a tutti! Elisa
Elisa Focardi
Un'esperienza d'intervento: I.T.T. di San Giovanni V.no
Un intervento di prevenzione dell’uso e abuso di sostanze non limitato alla fredda comunicazione sui rischi e sugli effetti, ma attuato in modo indiretto e dallo stesso gruppo-classe attraverso spazi di confronto e di riflessione sollecitati dai conduttori.
E ‘questo che stiamo facendo, come associazione, in alcune terze classi dell‘ ITIS. Abbiamo fatto una nuova esperienza, una nuova esperienza d’intervento all ‘ITIS di San Giovanni V.no. Ed è stata per me nuova e piacevole.
Molti ragazzi bellissimi, giovani, potenza pura, pura energia. E’ stato bello trovarsi insieme a loro. Non si conoscono molto tra di sé, sono di classi diverse confluite in una nuova entità.
Qualcuno è bocciato e si sente solo, oppure si sente adottato ed contento.
Qualche problema a calibrare la relazione tra di sé ma una gran voglia di saltare sopra alle paure reciproche e il desiderio di esplodere, come in salto con l’elasticone, in un’esperienza umana veramente coinvolgente. "Voglio poter venire volentieri a scuola", "Voglio poter sentire il cuore in questa classe " "Abbiamo giocato due ore al calcio dopo questi incontri, insieme, senza offenderci ... .è stato bello".
Che belle cose ho sentito. Non ricordo nessuno che abbia considerato questa esperienza banale, l’hanno fatta cercando di cogliere l’attimo, l’occasione. Certo sono venute fuori anche alcune incrinature, qualche difficoltà nello studio, qualche superficialità e anche qualche omologazione a stili di vita discutibili. Ma chi non è stato così alla loro età!
Noi lo eravamo, anche se talvolta la nostra omologazione era mascherata da grandi ideali/ideologie. Abbiamo cercato di creare un clima favorevole alla comunicazione, un ambiente che permettesse l’accelerazione di un percorso di conoscenza.
Dobbiamo ancora finire, fare un questionario, riparlarne.
Positive le conclusioni senza dubbio, da ritentare certamente. E se diventasse una regola?
Giovanni Bigi
Incontro con il prof. Masini: impressioni
E’ rassicurante stare a sentire il Prof. Masini; il suo è un tono convinto che ti prende subito.
L’ho riascoltato volentieri l’altra sera al Cinema Masaccio alla presentazione del suo libro "Dalle emozioni ai sentimenti" e mi sarebbe piaciuto che tanti altri genitori fossero stati presenti, perché, dire o non dire, siamo sempre noi che giustamente siamo chiamati in causa.
Noi come coppia, come figure di riferimento, come modelli purtroppo a volte negativi. Mentre il Professore teneva sveglia la nostra attenzione e ci raccontava l’esperienza che aveva avuto al mattino con i ragazzi di una scuola superiore, o episodi della sua lunga carriera di sociologo, ho "percepito" le tante verità che ha detto, mi sono tornati alla mente gli sbagli fatti con i figli, le occasioni perdute; ho ritrovato nelle sue esemplificazioni le difficoltà di tutti i giorni.
Tutto ciò non mi ha distrutta, ma ha fortificato in me l’idea che, come ha detto lui, i propri sentimenti vanno difesi contro tutto e tutti per salvaguardare la nostra identità di persona e soprattutto per aiutare i figli nel loro cammino di crescita.
Una mamma Impossibile riassumere in parole schiette e palesemente comprensibili per tutti. un’ora e mezza di conferenza magistralmente e semplicemente tenuta con una disinvoltura tale da tenere a bocca chiusa e con gli occhi fissi a lui tutta la platea. I1 tema della "riunione" era Emozioni e Sentimenti: ecco perché non si può descriverli con le sole parole, prima di tutto vanno sentiti dentro di noi.
Era la seconda volta che assistevo ad una conferenza del Prof. Masini, che mi ha confermato l’idea precedente che avevo; sulla sua persona: grandissimo guru del "pensiero positivo" e sciamano nell’attirare a sé l’attenzione altrui.
Emozione: l’avevo già prima di entrare nella sala del cinema, mista a quell’avidità ingorda caratteristica di chi è alla ricerca ti qualcuno (o qualcosa) che risponda a tutte quelle domande che sente dentro.
Ed è stata di un’intensità elevata ìll’ ennesima potenza per tutta la durata dell’incontro. Sentimento: si è rilevato alla fine della mia giornata, o meglio, nei giorni successivi dopo che la mia mente ed il cuore avevano assorbito e digerito quel fiume di parole.
Masini l’ho chiamato guru, sciamano.... Forse l’avrei potuto definire prete, infatti, non fa altro che risvegliare la parte "BUONA" che giace in ognuno di noi.
Ilaria
Adolescenza svenduta (di Vittorino Andreoli)
Il grandissimo tema delle paure adolescenziali
Toccherò il grandissimo tema delle paure adolescenziali parlando solamente di una paura adolescenziale, forse di quella più importante, più acuta, e che come vedremo si riallaccia molto anche alla risposta della tossicodipendenza: la paura principale del mondo adolescenziale, e in particolare della prima adolescenza, che comincia con il fatto biologico della pubertà.
E' la paura di non piacersi e di non piacere. L'essere in qualche modo inaccettabili perchè orrendi fisicamente. Perchè inadeguati dal punto di vista dell'appartenenza sociale. Perchè pieni di difetti sul piano della propria personalità.
Questo non piacersi porta immediatamente alla paura di non essere accettati dal gruppo dei pari: è perchè non si piace.
Ce ne sono altre, ma questa è sicuramente la paura essenziale che mette in moto un bisogno di metamorfosi, un bisogno di essere diversi per piacersi di più e per piacere di più; una metamorfosi che riguarda certamente il proprio corpo, e sicuramente l'attenzione sul corpo è molto importante in questo periodo.
C'è una vera e propria metamorfosi del trucco, che vuol dire mascherarsi, vuol dire cancellare certi tratti del proprio viso per farli risaltare in modo diverso o per nasconderli.
Ci sono questi interrogativi allo specchio, un confronto terrificante, ma che però permette talvolta di vedersi diversi. C'è quindi una grande elaborazione del proprio viso, c'è la metamorfosi dell'abbigliamento, la metamorfosi degli oggetti che ci si appende, dei tatuaggi, delle magliette, di tutto ciò che insomma è abbigliamento e che guarda caso tende ad adeguarsi al gruppo, quasi a sostenere che la paura di non piacersi è di non essere accettati nel gruppo.
Però c'è un'altra metamorfosi, che è ben più psicologica, oserei dire psicosociale, ed è in questa metamorfosi più completa, più intima, che trovano posto le sostanze di abuso, trovano il loro consumo in un periodo che è proprio legato alla prima trasformazione.
Noi lo vediamo già nella prima adolescenza a undici. dodici. tredici anni. vediamo che l'età si abbassa sempre di più. perchè è sempre più precoce questa sensazione del bisogno di piacere agli altri e di piacersi.
Insomma, c'è un processo di autonomia, questa infanzia si accorcia ma si accorcia anche quel senso di autonomia che vuol dire appunto piacersi: non basta più piacere ai genitori, essere accettati nei casi migliori dalla propria famiglia; c'è allora questo confronto con il mondo infantile.
Non è vero quello che dicevamo fino a poco tempo fa. che in sostanza ci si avvicina alla droga perchè piace: in realtà in quel momento si fa qualsiasi cosa in grado di creare una metamorfosi, e quindi diventa più un luogo di metamorfosi e uno strumento di cambiamento che di piacere; direi che si deve incominciare ad inserire la droga in un processo che è complicato e che è di non accettazione di sè; è quindi il cercare qualsiasi cosa ci possa trasformare per sentirsi più accettati da se stessi e quindi dagli altri. In questo percorso che sto facendo dal disagio alla violenza, come vedete, ho parlato di un disagio non fisiologico e di questa preoccupante associazione con la paura, e quindi del bisogno di metamorfosi.
Concentriamoci però un momento su questo sentimento della paura: ripeto. vi ho portato solo un esemnio delle paure del mondo adolescenziale. ma sono molte di più. e auindi per il momento raggruppiamole in un insieme che chiamiamo paura.
Di fronte alla paura ci sono solo due modalità attraverso cui è possibile reagire.
La prima è la fuga: quando la paura diventa intensa ci si sente aggrediti; richiama un pò il rapporto che esiste tra preda e predatore. Una fuga che in questo caso non è necessariamente una fuga motoria, sulle gambe: è una fuga psicosociale, che passa attraverso il ritiro dalle esperienze con gli altri, dalla passività nell'ambito scolare, quindi nell'isolarsi, nel non aver più voglia di esprimere i propri sentimenti, che vengono controllati, ritenendo appunto di non meritare di esprimere tutto ciò che noi sentiamo.
Quindi è una fuga che va, che corre sul piano psicologico verso la depressione. Voi sapete quanto sia importante questo capitolo nell'adolescenza oggi. Certamente più che non fosse nel passato.
E allora la depressione, vedete, è disagio, paura, fuga. La depressione veramente è la fuga più impressionante, perchè è scappare da tutti, in quanto ci si ritiene non adeguati a nulla.
Quindi è forse una delle espressioni più drammatiche del disagio. L'altra possibilità di reazione è quella della violenza: se uno si sente in uno stato di paura, può tentare di aggredire l'aggressore, quindi di avere una reazione contro l'ambiente in cui si vive, contro la famiglia, contro la scuola, contro quelle strutture, quelle aziende, quelle organizzazioni che fanno parte della società.
E qui incontriamo un'altra espressione: I'aggressione, la paura, con riferimento a chi ha anche avuto a che fare con i cosiddetti casi estremi, i casi cioe di violenza estrema nel mondo adolescenziale. Insomma io credo che chiunque osservi, studi, partecipi questi casi di violenza estrema trova sempre la paura, tanto da dire: se volete capire la violenza dovete conoscere bene che cos'è la paura.
Ecco quindi tutta la manifestazione. tutte le maschere che possono prendere. che possono assumere gli adolescenti che appunto passano dal disagio alla paura fino a queste reazioni. In fondo vedete che qui incontriamo la depressione. Veniamo poi a contatto con quella che poi è l'autoagressione, il suicidio, che sovente si associa alla depressione.
Mentre la depressione è una violenza contro se stessi, esiste una violenza contro gli altri.
Io ho ricordato questi passi non per voler fare delle teorie, io non so farle, ma perchè credo che questo breve percorso debba essere tenuto in considerazione e ci si debba chiedere sempre di fronte ad un adolescente: "ma che tipo di disagio è se arriva ad una paura che quasi rende incapaci di reaeire, è già in fuga, ha già degli atteggiamenti aggressivi contro le persone, contro le cose?; quant'è forte il bisogno di metamorfosi, che è in un certo senso una specificazione, una misura di quella paura di non piacersi e di non piacere?".
Ecco, questi sono alcuni punti per controllare una progressione di crescita nell'ambito dell'adolescenza, e lo ripeto perchè ho costatato che spesso i genitori non conoscono questi punti, e che spesso nemmeno gli educatori, gli insegnanti li conoscono.
Perchè la droga può entrare nel momento della metamorfosi, ma può entrare anche quando si cerca di rallentare quella fuga verso la depressione. Può entrare quando la violenza appare come l'unica modalità per soprawivere.
E' la violenza come stile di vita, perchè affermandola si ha l'impressione di aver cancellato quella paura di non essere accettati. Perchè un violento, come vedremo, spesso si presenta come un eroe o come uno pseudoeroe.
Ecco rapidissi-mamente come si può passare dal disagio alla violenza.
Cecilia Navarrini